lunedì 16 luglio 2012

Moving Polaroid



L'obiettivo di questo laboratorio di fotografia sembrerebbe semplice:rappresentare il movimento tramite la fotografia. Ma c’è un paletto. Questo “impedimento” è utilizzare una macchina Polaroid.Un ostacolo che se superato potrebbe sfatare il mito dell’autofocus e dello scatto multiplo digitale.La Polaroid è una macchina che si credeva scomparsa,svanita,dissolta dalle giovani menti ma invece ,come la fenice,risorge dalle proprie ceneri grazie all’iniziativa dell’”Impossible project”,che ha ripreso la produzione di pellicole istantanee dopo lo stop di Kodak e Polaroid. 




Un’azione che ha permesso di provare nuovamente l’emozione della fotografia istantanea. Un emozione oramai irreperibile, per via di tutte le nuove tecnologie che certamente ci hanno migliorato la vita,evolvendo una macchina dalle potenzialità limitate in un mostro reflex,ma hanno fatto anche perdere gusto a tutto quell’insieme di sfide legate all’immortalamento dei momenti più rilevanti della nostra vita tramite la fotografia istantanea,facendole sfociare in una semplicità quasi  surreale. Un clic e via,le memory card oramai sempre più spaziose salvano una fotografia purtroppo priva della soddisfazione e della ricercatezza che assumerebbe un vecchio negativo sviluppato con le proprie mani o una panoramica subito espulsa dalla macchina e realizzata con tanta attenzione per non sprecare la costosa pellicola.

Per carità,il digitale non va disdegnato,ma chissà,magari questi ragazzi hanno ricercato la stessa emozione dell’"analogico",spinti magari dai ricordi dei propri genitori intravisti nel mitico baule nascosto nell’angolo in soffitta. E così mettersi in gioco con ANNAMARIA CASTELLAN,fotografa professionista di Trieste,ha reso possibile la creazione di piccoli capolavori che esprimono una allegria,un fascino dal mio punto di vista eguagliabile ad un’opera d’arte.Otto ragazzi,che a rigor di logica c’entrano come i cavoli a merenda con questi apparecchi da antiquariato, sono riusciti a dispetto di ogni aspettativa e pregiudizio a dare il meglio di loro in una tecnica che ormai va estinguendosi. 
Quindi tutto l’impegno profuso da questi giovani dai 16 ai 24 anni ,che traspira dai risultati di questo stage fotografico è stata una sorpresa,una gioia indescrivibile da raccontare riuscire a vedere per la prima volta dal vivo queste mitiche fotografie rettangolari rappresentative dell’alfabetizzazione della fotografia,perché di questi giorni sembra quasi impossibile riuscire a catturare l’interesse delle nuove generazioni in attività così manuali quando la semplicità del digitale induce in forte tentazione. Invece con questi capolavori è stato dimostrato che anche se vecchio e brutto,non è detto che non sia buono.per giungere al prodotto finale infatti le foto scattate sono stati abilmente manipolate in molti modi e con altrettanta maestria dai partecipanti di questa iniziativa per raggiungere l’obiettivo della rappresentazione del movimento,e tramite incisioni,collage e/o colori,la singola,piccola  e statica foto diventa parte di un più grande insieme che rende dinamica l’intera composizione.Devo dire che si tratterebbe di una grandissima opportunità per chiunque, per chi la fotografia è la propria passione,per chi ha voglia di intraprendere qualcosa di erroneamente considerato secondario perché non convenzionale,o anche per chi è semplicemente incuriosito dall’iniziativa.      
                                                                                          
Di seguito aggiungo una breve intervista alla responsabile del progetto,Annamaria Castellan:
    
Signora Castellan,qual è l’obiettivo di questo laboratorio,e da che cosa è nata l’idea?
L’idea è nata dal fatto che si desidera coinvolgere i giovani nella creatività (il laboratorio fa parte dell'iniziativa "ENERGIE CREATIVE "organizzata dalla Casa Per L'Europa -> link: http://bit.ly/MmBmUH  , ndr)la Polaroid essendo una instant photography è ottima da questo punto di vista;in questo laboratorio abbiamo studiato il movimento e abbiamo cercato di rappresentarlo con le polaroid rappresentando dapprima la storia della fotografia e in seguito come è stato rappresentato il movimento dalla sua nascita a oggi ma ci siamo soffermati soprattutto nel futurismo;

Ma mi chiedevo,ora che è tutto digitale,come hanno reagito i ragazzi?Sono stati attratti molto? 
Mah,devo dire che hanno reagito benissimo,anzi,si sono coinvolti e hanno realizzato dei lavori a mio avviso molto interessanti;ognuno si è espresso secondo del proprio sentire,quindi non abbiamo un lavoro ripetuto da tutti,bensì ognuno ha creato il proprio progetto e tutti si sono espressi in base alla propria creatività sviluppando le proprie idee


Qual è stato il momento più divertente?
Ce ne sono stati tanti di momenti divertenti;è stato molto simpatico uno dei compiti,quando ho dato in mano una macchina e un caricatore da 8 foto e i ragazzi dovevano realizzare questo movimento,e in singolo o in gruppetti da due sono andati in giro per Gemona per realizzare questo “movimento”,non sapendo però come fare;La Polaroid infatti è una macchina molto limitata e proprio per questo uno si deve sforzare,e quindi ci sono stati ragazzi che hanno raccolto foglie secche e le hanno buttate in aria,oppure uno ha fatto da modello per la compagna…si sono così avvicendati ed è stato molto interessante ed anche divertente.Divertente è stato anche il  "peeling polaroid",una tecnica sperimentale che consiste nello “spellicolare” le fotografie e i ragazzi sono rimasti un po’ sorpresi dall’impalpabilità della pellicola che si espande in acqua,e che di conseguenza l’abbiamo definita una piccola medusetta.

Una cosa che magari può interessare ai ragazzi del blog:ripeterà questa esperienza?
Ma certo,io sono disponibilissima non solo a ripeterla,ma anche a svilupparla,perché questo laboratorio da 12 ore in due giornate hanno permesso l’approfondimento degli argomenti solo in modo superficiale;a me piacerebbe studiare meglio l’argomento e perfezionarlo perché è importante per i giovani andare a fondo nelle cose,non rimanere in superficie.

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