venerdì 23 novembre 2012

"Io non mi drogo, io sono la droga" Salvador Dalì

"Ogni mattina mi sveglio e, guardandomi allo specchio, provo sempre lo stesso ed immenso piacere: quello di essere Salvador Dalì"

Il pittore, il genio, l' uomo che ha rivoluzionato la storia della pittura, l' uomo che affermava di ESSERE il surrealismo, il pazzo, l' eccentrico, il dandy spagnolo, l' ambizioso, il tormentato. L' artista amato alla follia e disprezzato allo stesso tempo. L' uomo che ha scandalizzato il mondo dell' arte. Salvado Dalì.
"La differenza tra me ed un  pazzo? E' che io non sono pazzo"



La sua vita:
Salvador Domenec Felip Jacint Dalì I Domenech marchese di Pubol nasce a Figures l' 11 maggio 1904. Prende il nome del fratello maggiore, deceduto nove mesi prima, di cui poi si crederà la reincarnazione.
Dalì non ebbe mai un buon rapporto con il padre: Era una persona autoritaria, scontrosa, rude, che non incoraggiò mai il talento di suo figlio, al contrario della madre di Salvador Dalì, che l' incoraggiò sempre, facendogli frequentare anche numerosi corsi d' arte. Dalì resterà traumatizzato dalla morte dell' adorata madre, nel 1921
Scopre la pittura moderna all' età di 17 anni, da un pittore di strada. Nel 1922 va a vivere a Madrid, dove frequenterà l' accademia delle belle arti: San Fernando. Fa notare fin da subito la sua personalità particolare ed eccentrica vestendosi come un dandy inglese. 
Un giovane Dalì

Nel 1926, Dalì, venne addirittura espulso dall' accademia perchè affermava che nessuno era abbastanza bravo da metterlo sotto esame. In questo periodo incontra Picasso, da cui sarà influenzato e si fa crescere i suoi famosi baffetti. Sempre nello stesso anno incontra la sua futura moglie: Elena Diakonova (o meglio conosciuta come Gala). Prende parte al gruppo dei surrealisti nel quartiere parigino di Montrarnasse, da cui sarà espulso nel 1934 perchè non prese mai una posizione politica ben definita, in risposta all' espulsione Dalì affermò: “Il surralismo sono io”

Tra i numerosi gesti folli e surrealisti di quegli anni della sua vita possiamo ricordare lo scandalo che destò assieme alla moglie, quando invitato ad una festa in maschera a New York si presentò vestito come un rapitore che poco prima aveva diffuso il terrore nella città. O, nel 1936, quando venne invitato all' esposizione nazionale surrealista a Londra, si presentò vestito con una tuta da palombaro giustificandosi con:
Dalì insieme a sua moglie
Ho solo voluto mostrare che mi stavo immergendo a fondo nella mente umana”
Dalì venne assalito da numerose critiche, tra cui quella di aver ingrandito la sua figura grazie al denaro.
Nel 1940 nacque il suo unico figlio: Josè.

                                                                                                                 

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferisce negli Stati Uniti e pubblica la sua autobiografia: “La vita segreta di Salvador Dalì”. Incontra anche Amanda Lear, di 35 anni più giovane che diventerà la sua amante, ad insaputa di Gala. Torna in Spagna nel 1949 dove si dedicherà a varie forme d' arte, tra cui il teatro e la televisione. 



Un' intervista degli anni 60 a Dalì:

Nel 1980, la moglie di Dalì, colpita da una demenza senile gli somministra un cocktail di medicinali. Questo lese gravemente il sistema nervoso del pittore, dando fine alla sua carriera artistica. Avrà sintomi simili a quelli del morbo di Parkinson.

Dopo la morte di Gala, nel 1982 Dalì smette di bere, forse un tentativo di suicidio. Morirà in seguito il 23 gennaio 1989 a seguito di un attacco di cuore. Venne sepolto all' interno del Teatro-Museo di Figures, da lui istituito.


Una parentesi sul surrealismo è d' obbligo: Il surrealismo è la corrente artistica che ha caratterizzato il 900. Nata da Andrè Breton tra le due guerre mondiali il surrealismo ha tre principali tematiche: Amore (inteso come fulcro della vita) Sogni (modo per sfuggire dalla realtà) Liberazione (dagli schemi imposti dalla società). Il surrealismo mira a rivalutare la realtà sotto una chiave diversa. Rivaluta la percezione dell' inconscio (ricordiamo che proprio in quegli anni Freud scopre l' inconscio), il surrealismo si libera dalla logica, andando oltre. Da qui nasce un modo completamente diverso di percepire l' arte.

Salvador Dalì era senz' altro una persona ambiziosa, fin dalla più tenera età. 
"All' età di sei anni volevo essere cuoco, a sette volevo essere Napoleone. La mia ambizione da allora è sempre cresciuta"
Dalì è da sempre stato ben cosciente del suo talento, del suo genio. Perchè era così che lui si definiva: Un GENIO. Aveva torto? 
Forse era uno snob, un eccentrico, un egoista. Magari si sopravvalutava, magari per fare carriera, come lui diceva: Bisognava soltanto essere un po' cannibali. Sta di fatto che ci ha lasciato un patrimonio culturale e artistico da non sopravvalutare... E ora, godetevi le opere: 

Le opere:
Dalì venne influenzato da numerosi stili nel corso della sua vita. Si diceva che Dalì, per cercare l' ispirazione alla pittura, dormisse sulla poltrona con una chiave in mano, con a terra un piatto di vetro. Nell' addormentarsi e nell' atto del rilassare i muscoli faceva cadere la chiave, che produceva rumore sul piatto, tanto da svegliarlo. Lui dipingeva quello che aveva visto in quei pochi secondi.

Vegliardo crepuscolare (1918)




Qui, abbiamo un Dalì quattordicenne, influenzato ancora dallo stile di pittura classico. I contorni sono ben definiti e il surrealismo non è ancora entrato nella sua vita e nel suo stile di 
 pittura. Possiamo notare fin da subito il suo genio. 















Scena di cabaret (1922)





Siamo nel 1922, e Dalì, dopo aver incontrato Picasso è influenzato dal Cubismo















Gioco lugubre (1929)



Siamo nel 1929 e Dalì ha appena iniziato a delineare il suo stile di pittura, Un quadro e uno stile di pittura che non rispecchiano la realtà razionale, richiami al sogno, gli enormi arti della statua, le scene non consuete. Dalì sta diventato IL pittore.














La persistenza della memoria (1931)


Ed ecco forse il quadro più famoso di Dalì. Gli orologi sono morti, senza forma, inutili. Questo è per raffigurare l' inutilità del tempo in confronto alla percezione umana. L' uomo va oltre la misura del tempo, ma lo misura in base ad emozioni e sentimenti. Dalì esce dalla logica e dalla razionalità.



La tentazione di sant antonio (1946)


Altro quadro famosissimo. 
Elefante del Bernini distorto dalla fantasia di Dalì, la donna è nuda, in atteggiamento lascivo e disperato, Sant Antonio in basso che rifiuta tutto tentando di scacciarlo con una croce. Il tema del sogno nel surrealismo.
                                                                                                                                                                   Cargnelutti Silvia

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